Non ci credo che l'ultimo post di questo blog risalga al 16 aprile 2014. Sono passati quasi due anni. Non l'ho mai più riletto da quando sono tornata in Italia a giugno di quell'anno.
Come mai non l'ho più riletto? Non saprei. Sono successe un'infinità di cose e forse mi avrebbe fatto provare troppa nostalgia rileggerlo. E' stata la vita in un anno, non un semplice anno della mia vita. Ho amato alla follia l'Arizona e la amo tutto'ora. Amo quei paesaggi, quei colori, il deserto, le montagne rocciose e i cactus, i tramonti da cartolina che pensi non possano esistere davvero fino a quando non li vedi coi tuoi occhi. Ho amato tante cose di quella terra e ancora oggi, ogni giorno, ci penso. Sono malinconica a volte. Mi manca quella vita, le persone, i luoghi, tutto.
Il mio primo e unico tatuaggio l'ho dedicato a questa esperienza e l'ho impresso nella mia pelle un po' di mesi dopo il mio ritorno, nel gennaio del 2015.
Dreamcatcher - Acchiappasogni. Ho fatto riprodurre lo stesso che ho comprato nel Grand Canyon. E' il simbolo che mi ha sempre rappresentata. Fin da quando ero piccola avevo un acchiappasogni appeso vicino al letto, pronto a catturare i brutti sogni, che da sempre riempiono le mie notti. Non so se abbia effettivamente mai funzionato, ma quasi come un gioco del destino io sono finita nella terra degli Indiani, dove questo piccolo oggetto è molto comune e ne è uno dei simboli.
Brutti sogni ne faccio spesso, quasi ogni notte. Tornano sempre, fantasmi del passato, preoccupazioni, paure di possibili fallimenti, ricordi, persone che non ci sono più. Mille cose.
Tornata dall'America mi aspettava l'estate (estate 2014), che è stata estremamente piovosa in quel di Pordenone e il mare l'ho visto un paio di volte. Diciamo che qualcuno da lassù ha voluto che io recuperassi tutti i temporali che in 10 mesi in Arizona non ho mai visto!
A settembre la quinta superiore - liceo linguistico - mi attendeva: immaginate il trauma di tornare in una scuola italiana dopo aver provato per un anno quella americana, dove mi sentivo come in uno di quei film stile High School Musical. E' stata dura perché avevo il vuoto della quarta superiore, ero indietro nelle materie scientifiche (in cui non sono mai stata una cima) e avevo perso completamente quel poco che sapevo di russo e tedesco. Insomma, l'unica cosa in cui me la cavavo era l'inglese. Almeno quello! Pensate che dopo il primo quadrimestre avevo quattro insufficienze: tedesco, matematica, fisica e scienze - gravi tra l'altro. E' stata davvero dura, ero demoralizzata. A novembre ho lasciato definitivamente il nuoto, la mia passione, per studiare. E' stato davvero brutto. Ma come sappiamo, in Italia conciliare sport e studio è davvero difficile e nella mia situazione lo era ancora di più. A dicembre, a Natale del 2014, mi sono messa col mio attuale ragazzo, Stefano. L'avevo conosciuto l'estate prima di partire per l'America e da quel momento qualcosa è scattato. Ci siamo aspettati, anche oltreoceano, e finalmente, nel giorno più magico dell'anno, è successo. Lui mi ha aiutata, spronata, punzecchiata fino allo sfinimento e ha sempre cercato di darmi una mano nelle materie scientifiche. Senza di lui probabilmente avrei gettato la spugna. Stefano era in quinta nel mio stesso liceo, indirizzo scienze applicate.
Non so come io abbia fatto, ma ce l'ho fatta. Ho passato la temuta maturità (#Matura2015). Non avevo voti alti ma avevo un obbiettivo in testa: avevo bisogno dell'80 o anche più per poter entrare all'Università degli Studi di Milano, facoltà di Mediazione Linguistica. Infatti in quel di Milano non facevano il test di ingresso, bensì prendevano dall' 80 in su 600 persone. Io 80 sono riuscita a prenderlo. Ce l'ho fatta. Pochi crediti e voti bassi di certo non mi hanno spaventata: dovevo riuscirci.
Ma voi pensate che sia bastato?
Ovviamente no. C'erano talmente tanti iscritti che il mio 80 faceva ridere. Sono arrivata circa 1100esima. Addio Milano. addio all'unica facoltà che mi ispirava.
E cosa si fa se la prima scelta va in fumo? Ovviamente si sceglie il piano B ... o meglio, C. Visto che a Trieste a Interpreti e Traduttori (che comunque ho provato tanto per, perché non mi ispirava) non ho passato il test, sono finita dietro casa, a fare la pendolare a Udine nella facoltà di Mediazione Culturale. L'unica soddisfazione è stata che su 200 persone nel test io sono arrivata 11esima.
A fine aprile finisce il secondo semestre di lezioni del mio primo anno da universitaria. Finisce per modo di dire perché poi ho un'infinità di esami da dare. Per ora ho preso buoni voti, anzi forse ottimi, ma non credo che mi piaccia quello che faccio. Come lingue ho scelto inglese - ovviamente - e tedesco. Mi chiedo ogni singolo giorno perché io abbia scelto tedesco visto che lo odio, ma almeno non sono stata ancora più stupida da scegliere il russo. Il prossimo anno si farà anche una seconda lingua e probabilmente farò spagnolo.
Potrei cambiare facoltà, certo, ma non so cosa fare. Penso che questa non sia la mia strada ma non ho idea di quale altra strada seguire. Sono in trappola.
Va bene, basta con la depressione che è meglio.
Penso che scriverò ancora su questo blog, anche se devo ancora capire di cosa voglio parlare. Un'idea ce l'avrei, ma vedremo.
Ciao a te, chiunque tu sia.
Azaria