In quanti siete passati?

lunedì 27 maggio 2013

L'inizio di tutto.

Ed eccomi qui a scrivere su questo blog. 
Voglio solo raccontare la mia storia, anche se non so se qualcuno mai la leggerà. Tutto è cominciato quasi per gioco: un volantino trovato a scuola, sogni di luoghi lontani, voglia di andarmene, di scoprire il mondo non solo attraverso i libri ... e adesso sono qui seduta, a due mesi dalla mia partenza, a parlare (o meglio, scrivere) a un pubblico sconosciuto.
Di cosa voglio parlare precisamente? Voglio parlare di quello che mi sta per succedere. O forse è già successo? Sì, credo che sia già successo qualcosa. Qualcuno dall'altra parte del mondo si è accorto di me, qualcuno ha deciso che mi vuole avere nella sua vita e così adesso ho una meta sicura, adesso so dove andrò. Ma andiamo con calma, non c'è fretta.
Prima di tutto, dopo essere stata scelta e considerata idonea dall'associazione EF, mi hanno comunicato che sarei potuta partire. Partire per dove, voi vi chiederete. Ebbene sarei andata un anno all'estero come exchange student: avrei fatto la quarta superiore in un altro Stato, per la precisione. Io frequento un liceo linguistico e studio inglese, tedesco e russo e di conseguenza conoscere bene le lingue è una parte fondamentale in questo indirizzo di studi. L'anno all'estero mi avrebbe permesso di migliorare almeno una delle lingue che studio. I miei genitori ne sono sempre stati consapevoli e valutando questa enorme opportunità hanno deciso di darmi la possibilità di partire.
La scelta della destinazione devo dire che è stata molto facile. Gli Stati disponibili erano Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti, Costa Rica. Ho scelto gli Stati Uniti (anche se ammetto che l'Australia mi allettava parecchio).
Inutile dilungarsi su una serie infinitamente lunga di dettagli quali l'enorme quantità di documenti burocratici che abbiamo dovuto compilare, vaccini e non vaccini da fare, dati anagrafici, foto personali, voti e attestati scolastici e via dicendo ...Tutto questo per poter, a gennaio, mandare tutti i moduli a Boston. Lì c'è la sede EF in cui tutto avviene, la magia si compie. 
Era possibile (pagando 1000€ in più) scegliere la zona degli USA in cui si voleva andare. Io non ho scelto nulla. La trovo una cosa inutile: è risaputo che la maggior parte delle persone voglia andare nella West Coast (California, ovviamente) ma io penso che ovunque si capiti sia un posto magnifico.
L'attesa è stata luuuunga. LUUUUUUUUUNGAAAAA. Snervante. Opprimente. Da spararsi. Controllo compulsivo della mail ogni 10 minuti, per ben quattro mesi! Su Facebook, nel gruppo dove possiamo parlare noi futuri exchange students, quasi ogni giorno qualcuno scriveva un post dove diceva che gli era stata comunicata la destinazione e la famiglia. Invidia, tanta invidia ogni volta.
Ogni tanto sono arrivata a pensare che mai nessuno mi avrebbe scelto, che forse sarei rimasta orfana.

Ma da questa esperienza ho capito che se c'è la speranza, c'è tutto.
Se una cosa la vuoi, la ottieni.

E indovinate? Io l'ho ottenuta.

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